giovedì 7 gennaio 2010
Nuovo ospedale: il vero obiettivo non è il miglioramento della sanità
“Sulla vicenda del nuovo ospedale girano almeno 300 milioni fra cantieri, viabilità da rifare, riorganizzazione di funzioni e servizi”.
Da queste parole del sindaco già si dovrebbe intravedere qual’e’ il vero obiettivo dell’operazione “nuovo ospedale”: una grande operazione di trasformazione urbana, sbagliata nelle premesse e nelle scelte, che risponde ad altre esigenze anziche’a quelle della sanità pubblica.
Le premesse sono che il piano sanitario regionale – condizionato dai tagli alla sanità - prevede solo tre poli ospedalieri “regionali” (Firenze, Pisa e Siena), affiancati da presidi multifunzionali. Quello che viene proposto a Livorno e’ appunto solo un presidio multifunzionale, non a caso con quasi 200 posti letto in meno dell’attuale ospedale.
La premessa principale quindi e’ la diminuzione dell’impegno finanziario nella sanita’ e la sua privatizzazione. Lo ammetteva chiaramente anche l’assessore Rossi, candidato unico alla Presidenza regionale, su “Il Tirreno” del 3.1.10: risparmiare sulla “riorganizzazione degli ospedali”.
In secondo luogo viene il problema della localizzazione, cosÌ cervellotica da dare la chiave di tutta l’operazione: fare cassa sulla vecchia area, far girare soldi – oltre che per la costruzione del nuovo presidio, anche per la viabilità. Un vortice di soldi di cui si avvantaggerebbero i soliti noti.
Con queste premesse indispensabili, cerchiamo di addentrarci nel progetto prelelettorale di Cosimi/Rossi/Calamai.
Nella presentazione del progetto alle commissioni consiliari del Comune (16 novembre) si parla di una spesa prevista di 266 mln, così divisi: 183 mln per la costruzione, 44 mln per non meglio identificati "altri costi Azienda" (presumibilmente ASL) e 38 mln per "arredi, attrezzature sanitarie, IVA". Nella stessa presentazione si prevede una "copertura finanziaria del nuovo presidio ospedaliero con ipotesi di Project financing" così divisa: 130 mln dalla Regione, 30 mln di mutuo e 67 mln di project financing. Rimarrebbero fuori i 38 mln di "arredi, attrezzature sanitarie, IVA".
La base è la relazione sulla fattibilità economico-finanziaria del nuovo ospedale, redatta dallo studio legale Pettinelli, specializzato in privatizzazioni, che prevede la vendita di gran parte del patrimonio immobiliare ASL .
Insomma una gigantesca manovra di PRIVATIZZAZIONE
Da sommarsi all’accollo di un mutuo molto pesante per il Comune, per almeno 30 milioni di euro, su 170 complessivi di bilancio.
La questione "finanziaria" scompare dall’attenzione però, sommersa dalla marea di polemiche sulla localizzazione del nuovo ospedale, questione che evidentemente fa gioco a destra e a sinistra , perchè da’ per scontato che l'ospedale nuovo si farà...
Il referendum come formulato sembra muoversi in quest’ottica limitata: dove farlo ?
Invece a nostro avviso la questione centrale è il miglioramento decisivo della sanità a Livorno: non solo l’ospedalizzazione, ma anche e soprattutto le strutture decentrate per la prevenzione, insieme ad un vero e proprio piano allargato per la prevenzione, iniziando a chiedersi di che cosa ci si ammala e si muore, per arrivare a risposte preventive (ridurre l’inquinamento, migliorare la qualità dell’aria, dell’acqua e degli alimenti) e solo alla fine di cura ed ospedalizzazione.
L’approccio corrente è l’esatto opposto: risposte impiantistiche, oltretutto privatizzate e rispondenti a logiche edificatorie e clientelari.
Comunque, per limitarci alla proposta di nuovo ospedale, le autorità presentino e mettano in condizione la città di discuterla e, nel caso, di modificarla poiché la fretta con cui si cerca di mettere i livornesi di fronte al “fatto compiuto” è molto sospetta e ricorda, tristemente, un’altra vicenda che ha segnato la storia incivile di questa città, il progetto di rigassificatore offshore.
E non si contrabbandi per partecipazione e trasparenza la semplice presentazione di decisioni già prese.
La mancanza di trasparenza e la negazione di ogni sia pur minima possibilità di intervento da parte dei cittadini pare un motivo in più per essere contrari al nuovo ospedale, a Montenero come altrove, e battersi invece per la rivalutazione/ristrutturazione di una struttura, “baricentrica” rispetto al bacino di utenza che deve servire, come quella di Viale Alfieri, ampliata nelle vicine aree ex-Pirelli e migliorata nei suoi aspetti più critici, e di una profonda riqualificazione dell'intera rete sanitaria cittadina. Che non deve essere svenduta, ma migliorata e anch'essa ampliata..
Se di una “grande opera” hanno comunque bisogno i nostri amministratori per la campagna elettorale regionale, propongano il ripristino della tranvia da Barriera Margherita a Tirrenia: a quel punto anche il potenziamento dell’ospedale nel sito Alfieri diverrebbe ancora più logico e… respirabile.
Maurizio Marchi Medicina democratica Livorno
5.1.10
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